Il teatro contemporaneo by Francesco Ceraolo;

Il teatro contemporaneo by Francesco Ceraolo;

autore:Francesco, Ceraolo; [Ceraolo, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica e spettacolo, Farsi un'idea
ISBN: 9788815370839
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-08-14T22:00:00+00:00


Il «reenactment»

Accanto alle pratiche performative, soprattutto negli ultimi decenni, una strada molto battuta da parte del teatro contemporaneo per superare il concetto di rappresentazione è stata quella del reenactment. Reenactment significa letteralmente «rivisitazione» o «rievocazione» di un dato evento, non a partire da una sua riproduzione scenica ma dal suo essere integralmente rivissuto. La pratica del reenactment si colloca dunque al confine tra il teatro e il documentario, ovvero tra lo spettacolo di finzione e la realtà. Se la performance, grazie alla sua trasversalità, supera la rappresentazione annullando ogni distinzione tra scena e vita (i Performance Studies, per esempio, studiano gli eventi reali alla luce della loro natura performativa tanto quanto quelli teatrali), il reenactment devia dal piano della rappresentazione, scarta cioè dal suo regime trascendente e ideale, per recuperare un legame di adesione al reale.

Paradossalmente, le prime esperienze di reenactment non attengono tanto a questa che poi diverrà la natura specifica della sua prassi, quanto a un ambito metateatrale o metaperformativo che consiste nella riproposizione di vecchi spettacoli propri o altrui da parte di artisti o performer. Casi emblematici sono quelli di Seven Easy Pieces di Abramović al Guggenheim Museum di New York nel 2005 – in cui l’artista serba ha ripresentato criticamente sette opere (sue e di altri artisti) del passato – o le recenti riproposizioni di spettacoli storici della Raffaello Sanzio come l’Orestea (tornata in scena nel 2016) o il Giulio Cesare (nella versione «pezzi staccati» del 2014), di Martone (Tango glaciale reloaded del 2018) e La Gaia Scienza (La rivolta degli oggetti del 2019). Si tratta di una sorta di riedizione critica in un presente diverso di singole opere e di una rivisitazione o aggiornamento che lasci intatta la loro natura originaria. Si tratta quasi, in altre parole, di revocare il tratto effimero e irripetibile dell’evento teatrale per sostituirlo con quello ripetibile e riproducibile dell’opera.

Il reenactment induce, in un certo senso, a un rovesciamento della pratica della rappresentazione attraverso una sorta di resa filmica, e quindi fissa e immutabile, della performance teatrale. Questo legame con il cinema è molto chiaro in quelle esperienze che non si basano su una riproposizione metateatrale di uno spettacolo passato ma hanno come oggetto eventi storici o cronachistici. L’esponente contemporaneo più importante in questo senso è certamente lo svizzero Milo Rau, autore tra i più prolifici e rinomati nel panorama del teatro di ricerca e sperimentale. Il teatro di Rau si basa, praticamente in modo esclusivo, sul reenactment teatrale di vicende e personaggi storici o di eventi del passato e del presente di cronaca di particolare rilievo. Passando brevemente in carrellata le sue produzioni più importanti, Gli ultimi giorni dei Ceaușescu (2009) mettono in scena la cattura e l’esecuzione dei leader comunisti rumeni Elena e Nicolae Ceaușescu; Hate Radio (2011) è incentrato su una stazione radio e il suo ruolo nel genocidio ruandese; in The Zurich Trials (2013), The Moscow Trials (2013) e The Congo Tribunal (2015) vengono portati in scena i processi reali messi in atto per censurare artisti e intellettuali dissidenti in quei paesi; in La reprise.



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